STRATEGIE DEL TEXAS HOLD'EM

Studiosi e giocatori di poker sostengono che per essere un buon player, per ottenere dei risultati ad un torneo di poker la fortuna conta solo per un 20%, un 30% si deve invece alla componente psicologica mentre per il 50% incide la matematica e il calcolo delle probabilità.
E questo vale per il texas hold'em ma anche per tutte le varianti del poker.

Nel poker, dunque, si fondono insieme abilità, strategia, fortuna e calcolo delle probabilità ed è inutile stare a dire che non esiste un metodo per vincere sempre al poker, come non esiste per nessun altro gioco al mondo.
Giocare un torneo di poker presuppone quindi una conoscenza delle strategie hold'em da parte del giocatore. Egli dovrà tener conto delle poket cards, delle community cards, dei livelli, dello stake ovvero delle due carte che ha, del board (cioè le 5 carte comuni suddivise in flop, turn e river), dei bui (ed eventualmente dell'ante) e della quantità di chips di cui è in possesso (vista anche in relazione a quella degli avversari).

Cerchiamo di rispondere a qualche domanda che generalmente il giocatore di texas hold'em si pone.

Come giocare le coppie basse?
Esistono molte teorie a riguardo:
  • c'è chi rilancia più con le coppie piccole (spingendosi all'all in) e poco (magari solo 2bb cioè 2 volte il grande buio) con AA o KK;
  • c'è chi rilancia sempre la stessa cifra con qualsiasi tipo di coppia;
  • c'è chi prova a giocarle lisce sperando in un flop amico.
La ricetta giusta in senso assoluto non esiste: dipende dallo stake, dalla posizione, dalle caratteristiche di gioco nostre e dei nostri avversari..., vogliamo però darvi solo dei piccoli suggerimenti:
  • nelle prime fasi di un torneo di poker quando i bui sono ancora bassi possiamo tranquillamente giocarle lisce oppure operare un piccolo rilancio se si agisce dal bottone. Di fronte a un re-raise si può privilegiare l'opzione di foldare (eccezion fatta per un re-raise non impegnativo - ad esempio 4bb con bui 10-20 e 2000 di stake - soprattutto quando è visto da più di 1 giocatore).
    Di fronte a un re-re-raise il fold è d'obbligo: non si può compromettere un torneo lungo alla prima mano con 33; se troviamo AJ e QK è molto facile che la nostra coppiettina non regga.
  • In una situazione più avanzata, ad esempio bui 100/200 e uno stake di 2.000 la scelta appare più difficile e più soggettiva.
    Se partiamo dal presupposto che ancora non ce la sentiamo di compromettere il torneo di poker con una coppietta occorre evitare il coinvolgimento totale. Un semplice call può essere un'ottima soluzione. Nei casi in cui si agisca dal bottone e nessuno abbia fatta call si può valutare l'idea dell'all in per rubare i bui o comunque giocarsela - in caso di call -.
  • In casi più estremi con bui 1.000/2.000 ed uno stake di 6.000, una coppia - anche bassa - è manna dal cielo e non si può foldare, anzi bisognerebbe annunciare all in nella maggior parte dei casi! Il fold si può prendere in considerazione nel caso di un raise da UTG (o UTG+1) e un successivo re-raise; allora - seppur dal bottone - è ammesso il fold soprattutto se siamo vicino alla bolla.
    In questo caso, il semplice call, soprattutto quando i call sono tanti, è pressoché inutile. Una coppia bassa di fronte a 4-5 avversari non ha quasi nessuna probabilità di salvarsi se non centra il tris. Fare call nella speranza di floppare il tris (14% di probabilità!) è un azzardo troppo grande. Meglio allora una delle due soluzioni estreme: foldare (se siamo i primi a parlare o se c'è già stato un raise o magari un re-raise) o mandare la vasca.
    Se siamo già a premio il rischio che si corre è quello di essere callati con carte "non idonee" a chiamare un all in, ma che comunque, in fin dei conti, danno luogo ad un coin-flip (ad esempio J 10 vs 3 3).
Quando è consigliabile praticare lo slow-play?
Premetto che secondo alcuni esperti lo slow-play non è mai consigliabile.
Possiamo comunque provare a distinguere diversi casi:
  • lo slow-play pre-flop. Limpare con una coppia alta dalle prime posizioni può avere un senso se ad un minimo raise la nostra risposta è un sostanzioso re-raise. In caso di numerosi call siamo sottoposti al rischio che qualche nostro avversario setti una coppia più alta della nostra, una doppia coppia o floppi 4/5 di scala o di colore.
    Limpare dal bottone dopo tanti fold ha poco senso così come non rilanciare dal big blind.
    Di contro possiamo prendere dei bei piatti contando sull'effetto sorpresa. Un flop: K 7 J con in mano KK può raccogliere moltissimo perché pochi si aspettano una tua mano così forte senza rilancio pre-flop.
    D'altro canto giocando QQ slow-play dobbiamo esser pronti a foldare nel caso si presenti un flop con AKx.
  • lo slow-play al flop col tris. Le nostre pocket cards sono 77, abbiamo fatto call dall'UTG e, non trovando raise, abbiamo visto il flop: 7 10 K. I bui checkano, il nostro slow-play in questo caso ha poco senso poiché un nostro bet di almeno metà pot troverà indubbiamente qualche call di chi ha il K, il 10 o un incastro a scala. Meglio ancora se troviamo un re-raise di chi ha KJ e si sente molto forte...
  • lo slow-play col punto nuts. Lo slow-play col punto nuts è particolarmente indicato nei colpi con diversi giocatori. Un check, un piccolo bet o un semplice call farà rimanere nel piatto tanti players con la possibilità che i nostri avversari migliorino il loro punto e, sentendosi forti, rilancino: così possiamo far accrescere il piatto che sarà sicuramente nostro!
    Lo slow-play del nuts nell'heads-up può dare pochi frutti, specialmente se siamo i primi a parlare perché il nostro avversario può accontentarsi del check e non far lievitare il piatto. Per vincere un bel pot bisogna che anche il nostro sfidante maturi un bel punto, ma ciò non è facile per cui è meglio attaccarlo sperando che non si accorga che siamo nuts!